lunedì 14 giugno 2010

venerdì 11 giugno 2010

Festa del Cuore immacolato


Il CUORE IMMACOLATO
...Maria serbava tutte queste cose nel suo cuore..


Si dice che una cosa è immacolata quando è priva di qualsiasi macchia. Ciò che è immacolato non ha né difetti né imperfezioni. Quando uno dice: "Questa stanza è immacolata", intende dire che la stanza è molto pulita. Dire a qualcuno: "Appari immacolato" significa che i suoi abiti sono stirati con eleganza e non fanno una grinza, mentre si presenta in ordine anche nel resto: capelli, unghie, barba: tutto è perfettamente apposto. Il cuore è l’organo del corpo che pompa sangue attraverso il sistema circolatorio. Però, la parola "cuore" si riferisce spesso al centro emozionale di una persona. L’amore e l’odio, il coraggio e la paura, la fiducia e l’offesa sono ritenuti come aventi la loro sede nel cuore. Dire a uno: "Abbi cuore" comporta un riferimento alla compassione umana. Certe funzioni, che sono localizzate nel cervello, vengono alle volte considerate come se fossero nel cuore. Maria, la Madre di Gesù, "serbava tutte queste cose nel suo cuore". Dopo la nascita di Gesù e la visita dei pastori, Maria "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). Fece cosi anche dopo che ebbe ritrovato Gesù dodicenne nel Tempio (Lc 2,5 1). Nel cuore puro della Madre di Dio, erano conservate le meraviglie della rivelazione di Dio al suo popolo.
Dio continua a rivelarsi nel cuore degli uomini. Ciò avviene spesso come una meditazione: uno sta seduto con calma e, senza dire una parola, riflette sugli eventi della giornata; cerca la presenza di Dio nel quotidiano della vita, negli incontri sul lavoro, nelle conversazioni durante il pranzo, mentre nella sua auto torna a casa alla sera, a tavola in famiglia durante la cena, ecc. In questi eventi, si può scoprire che è Dio che guida e porta avanti ogni cosa; è lui che aiuta a crescere nella grazia, a comprendere le sue vie. Riflettendo su queste cose. uno le serba nel suo cuore.

sabato 5 giugno 2010

Corpus Domini

IL CORPO E SANGUE DI CRISTO
(Eucrestia)
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Parola del Signore



COMMENTO AL VANGELO

Onoriamo e adoriamo oggi il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce in me anche quando non ci penso, anche quando dormo si trasforma in carne, sangue, energie vitali. Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che vuole trasformare la mia vita nella sua.
L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”. Se guardo a me stesso, mi trovo sempre piccolo, imperfetto, peccatore, pieno di limiti. Eppure Dio mi ama, come ama tutti gli uomini, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore.
L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa. È invece una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge tutta la mia vita: deve rendermi disponibile ad amare il prossimo, fino a dare la mia vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato.

MEDITA
La moltiplicazione dei pani e dei pesci, riportata da tutti gli evangelisti, è uno dei segni più grandi e più significativi che Gesù ha voluto lasciare, preludio a quel "pane di vita" donato nell'ultima cena. L'amore e la compassione che il Signore prova di fronte alla folla che lo segue ormai da molto, diventano il pretesto per andare oltre ai miracoli di guarigione: l'uomo ha bisogno anche di altro. Ed ecco che la fame del corpo assume il ruolo di simbolo del desiderio più profondo e più grande che si cela nell'uomo:essere sfamati di vita, di amore, di tenerezza, di comprensione.
Gesù dando alle folle di che nutrirsi, ci mostra in modo limpido la sua missione: saziare ogni fame dell'uomo, da quella fisica a quella spirituale, perché proprio questo è ciò che Dio vuole per tutte le sue creature.

Se noi sapessimo davvero quanto "buon pane" Dio ha pronto per noi, se noi ci rendessimo conto dell'amore e della cura con cui ha preparato il suo banchetto per noi, forse potremmo intuire la bellezza della sua presenza nella nostra vita e riusciremmo a guardare oltre le cose del mondo verso la luce del regno.

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Date loro voi stessi da mangiare!


Questa parola ci richiama non soltanto alla condivisione del pane quotidiano, ma anche alla mensa Eucaristica e al dono di noi stessi per gli altri.

Più che un invito è un macigno che pesa sulla nostra coscienza. Nella sua ambiguità di significato può voler dire: date in cibo voi stessi (Gesù infatti un giorno lo farà!), oppure condividete con tutti ciò che avete.
Il Pane “vivo” è Gesù: corpo-anima-divinità. Ma è anche Parola e anche Amore, Misericordia, Perdono, Consolazione perché si può essere “affamati” anche di amore, di consolazione, di pace, di gioia.
Anche noi dobbiamo essere pane per gli altri con il dono di noi stessi: dono di tutto ciò che abbiamo e di tutto ciò che siamo, sia per quanto riguarda i beni materiali che spirituali.
Se sappiamo donare, spendere la nostra vita per gli altri, se sappiamo condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo il nostro corpo diventa carne donata e il nostro sangue vino versato. Diventiamo così Eucaristia (vita donata) per gli altri.
Una persona di Eucaristia è fondamentalmente una “persona-per-gli-altri-“. Come il pane è fatto per essere mangiato, come il vino c’è per essere bevuto, così la consistenza umana è nella relazione con gli altri, anzi nella relazione di chi sa di essere al mondo per far vivere e donare amore.
Nella visione eucaristica, l’uomo è definito dal tipo di relazione che instaura con i suoi simili. E’ uomo quando fa vivere e porta gioia. E’ maturo ed eucaristico, nella misura in cui non spezza gli altri al suo volere ma si spezza per gli altri che vuole servire.
L’uomo di Eucaristia, pienamente cosciente dei doni ricevuti - non importa se pochi o molti - in una giusta e grata autostima delle proprie possibilità, vede nel dono il senso della vita. Perché ogni uomo è suo fratello, perché non si può essere felici da soli, perché vita è donare vita.

Noi, non siamo nati soltanto per essere amati, ma per essere dono come Lui, amore come Lui, fiducia, tenerezza, compassione come Lui, soprattutto verso i più piccoli e i più poveri .
“Mangiare la carne del Figlio dell’uomo, bere il suo sangue” è identificazione con Cristo fino ad essere carne donata, sangue versato, pane spezzato. Siamo chiamati ad essere anche noi pane spezzato, cioè servi (e cingerci ogni giorno “il grembiule” per serAggiungi immaginevire gli altri.
“Voi siete per me un regno di sacerdoti” (Es.19,6) –“Voi siete il sacerdozio regale” (1Pt 2,9)”. Con il Battesimo infatti noi partecipiamo al Sacerdozio di Gesù. Anche noi posti sull’altare, ostia piccola, accanto all’Ostia grande.
Gesù, ci chiede di non essere solo fruitori di salvezza, ma anche operatori di salvezza, non soltanto ascoltatori della Parola, ma Parola noi stessi, non tanto consumatori di pane, quanto “pane che si spezza”,vino che si versa” per la vita e la gioia di tutti. Il Signore sembra dirci: la nuova alleanza che Dio vi offre non vi vuole freddi e obbedienti esecutori dei suoi ordini, quanto piuttosto principio attivo nel mondo, luce e lievito della storia, esattamente come l’inviato del Padre: come Gesù!