giovedì 31 gennaio 2013


Foto: IL SACERDOTE CHE VORREI

Caro Sacerdote,
non mi interessano i campetti di calcio, i cineforum, i teatrini, le conferenze, i baretti con videogiochi e biliardini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, il grest, le
pizze dei sabato sera.
In una parola, tutto il ribollente attivismo che ruota intorno alle parrocchie, lo trovo anche fuori, nel freddo "mondo", e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, efficiente, coinvolgente, appassionante.

Non c'è concorrenza: il "mondo" è specializzato in divertimenti, passatempi, sport, intrattenimenti vari, in cui ha profuso studi, energie e investimenti.
Voi curatemi l'anima.
Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione.
Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio.
Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata nei Tabernacoli d'oro ad aspettare mentre brucia d'Amore.

Dissetatemi col Vangelo dei semplici, non spiegatemi troppo, sono piccolo, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene a casa con la perla preziosa.

Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di superba autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello
Spirito.
Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, inquinato la mente, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perchè, fatemi scoprire quel filo
segreto che li legava alla SS. Trinità.

Il rosario, ho fame di rosario. Perchè non lo recitate più?
Persino nelle veglie funebri, a volte ci si ferma a tre decine, come se quello intero fosse troppo lungo anche per chi davanti ha l'eternità.

Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene- beneditemi e consacratemi ai SS. Cuori di Gesù e Maria.

Parlatemi del mio Papa, di ciò che dice e di ciò che fa. Del Papa si parla raramente fuori dalle grandi occasioni, se voglio sapere qualcosa devo arrangiarmi con i suoi libri o qualche rivista.
E' poco presente nelle omelie, nelle catechesi.
Mi parlate spesso di voi, di quello che vi sembra giusto, di quello che si dovrebbe fare.
Ma è il Papa la mia bussola, il mio porto sicuro, è lui il "dolce Cristo in terra per favore, fatemelo gustare.

Incoraggiatemi nella via della carità, dell'altruismo, dell'occuparmi del prossimo, nel nome di Cristo.
Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità.
Pregate per me qualche volta.
Come sarebbe edificante per me trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza!

Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile.
Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità.
Che abbia 4 o 100 anni, non starò con voi per il grest o il bel campetto o gli amici che ho incontrato.
Ci starò per quel banco consunto in cui mi sono inginocchiato e per quel santo sacerdote che ho incontrato.
Ci starò perchè Cristo, per mezzo loro, mi ha convertito.
Ecco Chi mi salverà l'anima!

Ti prego, sacerdote, torna ad essere nuovamente ciò che devi essere perchè io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre.
In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perchè mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.
IL SACERDOTE CHE VORREI

Caro Sacerdote,
non mi interessano i campetti di calcio, i cineforum, i teatrini, le conferenze, i baretti con videogiochi e biliardini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, il grest..., le pizze dei sabato sera.
In una parola, tutto il ribollente attivismo che ruota intorno alle parrocchie, lo trovo anche fuori, nel freddo "mondo", e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, efficiente, coinvolgente, appassionante.

Non c'è concorrenza: il "mondo" è specializzato in divertimenti, passatempi, sport, intrattenimenti vari, in cui ha profuso studi, energie e investimenti.
Voi curatemi l'anima.
Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione.
Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio.
Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata nei Tabernacoli d'oro ad aspettare mentre brucia d'Amore.

Dissetatemi col Vangelo dei semplici, non spiegatemi troppo, sono piccolo, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene a casa con la perla preziosa.
Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di superba autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello Spirito.

Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, inquinato la mente, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perchè, fatemi scoprire quel filo segreto che li legava alla SS. Trinità.
Il rosario, ho fame di rosario. Perchè non lo recitate più?
Persino nelle veglie funebri, a volte ci si ferma a tre decine, come se quello intero fosse troppo lungo anche per chi davanti ha l'eternità.
Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene- beneditemi e consacratemi ai SS. Cuori di Gesù e Maria.

Parlatemi del mio Papa, di ciò che dice e di ciò che fa. Del Papa si parla raramente fuori dalle grandi occasioni, se voglio sapere qualcosa devo arrangiarmi con i suoi libri o qualche rivista.
E' poco presente nelle omelie, nelle catechesi.
Mi parlate spesso di voi, di quello che vi sembra giusto, di quello che si dovrebbe fare.
Ma è il Papa la mia bussola, il mio porto sicuro, è lui il "dolce Cristo in terra per favore, fatemelo gustare.

Incoraggiatemi nella via della carità, dell'altruismo, dell'occuparmi del prossimo, nel nome di Cristo.

Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità.
Pregate per me qualche volta.
Come sarebbe edificante per me trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza!

Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile.

Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità.
Che abbia 4 o 100 anni, non starò con voi per il grest o il bel campetto o gli amici che ho incontrato.
Ci starò per quel banco consunto in cui mi sono inginocchiato e per quel santo sacerdote che ho incontrato.
Ci starò perchè Cristo, per mezzo loro, mi ha convertito.
Ecco Chi mi salverà l'anima!

Ti prego, sacerdote, torna ad essere nuovamente ciò che devi essere perchè io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre.

In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perchè mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.

(www.vocazione.org)

mercoledì 23 gennaio 2013

Rinata a nuova vita

Testimonianza!

 Mi chiamo Fulvia e ho 44 anni.

Dal 92 combattevo senza successo, contro una malattia chiamata mieloma multiplo.
A nulla era servito un’autotrapianto di midollo osseo con utilizzo di cellule staminali.
...
Per 13 anni ho vissuto perennemente arrabbiata con il mondo intero per una malattia che mi ha costretto a cure invasive e devastanti quali radioterapia, chemioterapia ecc. Mi sono ritrovata in menopausa, a causa delle terapie, e avevo solo trentanni. Vedevo sfumare per sempre il mio desiderio di avere una famiglia e dei figli. Ho sfogato nel lavoro tutta la mia rabbia e la mia frustrazione, creando intorno a me un muro impenetrabile.
Ad aprile del 2005 mi è stato consigliato un nuovo ciclo di chemioterapia perché la malattia non si riusciva ad arrestare. Ero sconvolta perché non riuscivo più a capire cosa era meglio per me e, nel dubbio, ho rifiutato la terapia.
Poi finalmente ho incontrato Gesù, grazie a mia sorella minore che da tempo non mi parlava d’altro.
Verso la fine di luglio 2005, dopo una PET di controllo, venivo informata che i valori della malattia erano scesi, per i medici in maniera inspiegabile, ad un livello non patologico. A distanza di un anno dalla mia conversione, una nuova PET ha rilevato che non esistono più tracce della malattia.

Grazie a Gesù sono rinata a nuova vita, ha riportato l’amore e la gioia nel mio cuore, mi ha insegnato ad amare me stessa e il prossimo. In tutti questi anni ho sempre pensato che avessi dedicato gli anni migliori della mia vita ad una malattia. Gesù mi ha fatto capire che gli anni migliori sono quelli che sto vivendo adesso.
Ora so che con Gesù al mio fianco non devo temere nulla.

Grazie Gesù!

domenica 6 gennaio 2013

La Gioia Cristiana



DOV’È E CHE COS’È LA GIOIA CRISTIANA
La gioia dell’amore di Dio


"La gioia è causata dall’amore" (s. Tommaso d’Aquino). Gioia e amore
 camminano insieme. Chi non ama non può essere gioioso. La gioia è
assente dove sono presenti l’egoismo e l’odio.
 La disperazione nasce dall’assenza dell’amore.
La gioia cristiana è una ridondanza dell’amore di Dio: non è una virtù
distinta dall’amore, ma è un’effetto dell’amore. Questa precisazione
non è inutile, ma indispensabile e fondamentale perché ci svela il
motivo del fatto che molti cercano la gioia e non la trovano.
Essi la cercano invano perché pensano che essa sia reperibile per se
stessa. La gioia non ha consistenza in se stessa: ha la sua sorgente
nell’amore, è un raggio dell’amore. E la sorgente dell’amore
è Dio: "Dio è amore" (1 Gv 4,8).

La gioia spirituale

"La gioia piena non è carnale, ma spirituale" (s. Agostino). Tutto ciò
 è verissimo perché la gioia cristiana è una gioia di Dio, una gioia che
è frutto dello Spirito di Dio che abita in noi (Gal 5,22).
La gioia spirituale ha un riverbero esteriore che illumina tutto l’essere
umano, lo rende amabile e affascinante. Fa del cristiano un bagliore
visibile della Bellezza invisibile, una manifestazione concreta
dell’uomo risolto in positiva armonia, e una attrazione sicura per tutti
coloro che ancora camminano nel buio della tristezza e dell’inquietudine.