martedì 14 febbraio 2012

I frutti della preghiera

FRUTTI DELLA PREGHIERA
(Dal DIARIO di Santa Faustina)


“Con la preghiera l’anima si prepara ad affrontare qualsiasi battaglia. In qualunque condizione si trovi un’anima, deve pregare. Deve pregare l’anima pura e bella, poiché diversamente perderebbe la sua bellezza. Deve pregare l’anima che tende alla purezza, altrimenti non vi giungerà. Deve pregare l’anima che si è appena convertita, diversamente cadrebbe di nuovo. Deve pregare l’anima peccatrice, immersa nei peccati, per poter risorgere. E non c’è anima che non abbia il dovere di pregare, poiché ogni grazia arriva tramite la preghiera” (Diario, 146).

“L’anima deve essere fedele alla preghiera, nonostante le tribolazioni, l’aridità e le tentazioni, poiché dalla preghiera in prevalenza dipende talvolta la realizzazione dei grandi progetti di Dio, e se noi non perseveriamo nella preghiera, mettiamo degli impedimenti a ciò che Iddio voleva compiere per mezzo nostro oppure in noi. Ogni anima ricordi queste parole: e trovandosi in una situazione difficile, pregava più
a lungo...” (Diario, 872).

“La pazienza, la preghiera ed il silenzio rafforzano l’anima. Ci sono momenti nei quali l’anima deve tacere, non è conveniente che parli con le creature. Sono i momenti d’insoddisfazione di se stessa (...) In quei momenti vivo esclusivamente di fede...”
(Diario, 944).

“Il silenzio è una spada nella lotta spirituale (...) L’anima silenziosa è idonea alla più profonda unione con Dio; essa vive quasi di continuo sotto il soffio dello Spirito Santo.
In un’anima silenziosa Iddio opera senza impedimenti...” (Diario, 477).

“Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo per ottenere la grazia della prudenza.
La prudenza si compone di: riflessione, ragionevole considerazione e fermo proposito. L’ultima decisione appartiene sempre a noi...” (Diario, 1106).

domenica 5 febbraio 2012

I tranelli di satana

I tranelli di satana


Conflitti


Il diavolo cerca di provocare lotte e divisioni interne nelle nostre famiglie e nelle nostre chiese: una tattica vincente il qualsiasi conflitto. Egli sa bene che "un regno o una casa divisa in parti contrarie non potrà reggere" (Marco 3:24-25), per cui tenta in tutti i modi di provocare liti e spaccature. "Dividi e regna" è il suo motto. È proprio in questo contesto che Paolo si riferisce alle "macchinazioni di Satana": sta parlando di perdono e riconciliazione. "Or a chi voi perdonate qualcosa, perdono anch'io... affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo i suoi disegni" (2° Corinzi 2:10-11).

Perciò, quando scoppiano inspiegabili litigi in famiglia, quando ci sentiamo stranamente irritati contro i nostri fratelli, non ignoriamo le macchinazioni di Satana! Riconosciamo che spesso c'è in mezzo la sua zampa, e combattiamolo con le armi spirituali. Soprattutto se siamo leaders nella chiesa, siamo esposti a questo tipo di attacco perché la nostra posizione è strategica per tutta l'opera di Dio nella nostra città, o qualunque sia la nostra sfera di influenza e di responsabilità.

Quando il pastore è colpito, le pecore vengono disperse (Marco 14:22), per cui siamo esposti "in prima linea" agli attacchi e ai tranelli del diavolo.

Un'altra tattica usata da Satana per provocare conflitti e divisioni è quella delle false dottrine: "Lo Spirito dice esplicitamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine di demoni" (1° Timoteo 4:1-3). Diventa facile preda di questo tipo di inganno il credente che presuntuosamente rifiuta di riconoscere e di sottomettersi ai ministeri che Dio ha stabilito nella Chiesa e alla sapienza da essa accumulata nel corso dei secoli, piuttosto "affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale" (Colossesi 2:18).

Ai credenti di questo genere è facile che Satana si presenti "travestito da angelo di luce" (2° Corinzi 11:14) per impartire strabilianti "nuove rivelazioni" e "nuove dottrine" che non servono ad altro che a provocare divisioni, spaccature e guerre civili in mezzo al popolo di Dio, rendendolo inefficace nel combattimento contro il vero avversario.

Armatura

Certo, Satana ci può colpire solo se trascuriamo di indossare tutta l'armatura che Dio ha fornito per il nostra uso (Efesini 6:11-18). Non intendo trattare qui nAggiungi immagineel dettaglio tale armatura, certamente già nota alla maggior parte dei credenti. Voglio dire soltanto: Usiamola! Dio ci ha fornito tutto ciò che ci necessita per poter resistere e sconfiggere tutti gli attacchi e i tranelli del diavolo. Stiamo dunque saldi, combattiamo e saremo vittoriosi!

Non dimentichiamo infine che, quando Satana non riesce a sconfiggere la Chiesa con gli inganni, l'ultima carta che ha da giocare è quella dello scontro frontale, la persecuzione.

"Allora il dragone si infuriò... e andò a far guerra a quelli che... osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù" (Apocalisse 12:17). L'apostolo Paolo non aveva dubbi che era Satana a suscitare opposizioni, minacce e violenze contro la predicazione del Vangelo (1° Tessalonicesi 2:18). Anche il misterioso "angelo di Satana" al quale fu consentito di "schiaffeggiare" Paolo affinché non insuperbisse (2° Corinzi 12:7), secondo molti commentatori fu uno spirito al servizio di Satana che suscitava persecuzioni contro di lui.

Anche oggi in molti paesi del mondo quali la Cina, il Pakistan, l'Iran e l'Arabia Saudita molti nostri fratelli cristiani sono duramente perseguitati: minacciati, gettati in prigione, torturati, addirittura uccisi per la fede in Gesù. Non dimentichiamo dunque che, se Satana non riesce a fermarci con l'inganno, probabilmente tenterà di farlo con le maniere forti:

"Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati" (2° Timoteo 3:12).

Ma non temiamo, perché a tutti coloro che vinceranno, resistendo se necessario fino alla morte, è riservato una corona di vita. Non temiamo allora colui che può soltanto uccidere il corpo e poi non può fare più nulla contro di noi, ma piuttosto di mancare l'obiettivo di Dio per la nostra vita: "che portiate molto frutto, cosí sarete miei discepoli" (Giovanni 15:8).

(dal web)

Vocazione religiosa

Il seme della vocazione, gettato nel terreno buono produce

frutto in abbondanza

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La diminuzione drastica di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata e religiosa è il segnale di una scarsa e debole temperatura spirituale della vita cristiana, nelle famiglie, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili.
Tante sono le attività e iniziative che tendono a organizzare momenti comuni basati più sul fare e sull’agire che sul silenzio adorante e la preghiera di ascolto, la spiritualità del deserto e della contemplazione. È il primato di Dio che viene meno, per cui l’incontro con Lui è confinato ai margini dell’esistenza concreta o chiuso dentro i momenti stabiliti del rito liturgico, avulsi però da un forte aggancio con la vita di ciascuno.

Il seme della vocazione, gettato nel terreno buono produce frutto in abbondanza. Se no, bisogna togliere le spine, i sassi che impediscono al seme di attecchire in profondità.
Ed è proprio questo il lavoro pastorale da compiere oggi nelle comunità: togliere tanti ostacoli non aggiungerne altri, dissodare il terreno della vita familiare e parrocchiale da mille distrazioni e dispersioni di forze per iniziative che durano lo spazio di un giorno e non aiutano a fare posto nel profondo del cuore, alla Parola di Dio e al Suo Spirito.

Ogni vocazione infatti nasce e si radica solo là dove c’è
un terreno fecondo di fede, di preghiera e di carità.

Anzitutto nella famiglia, chiamata ad essere la realtà di base fondamentale dove la fede si trasmette e si vive nel quotidiano dell’esistenza. Cristiani si diventa in famiglia, e
questo esige che le famiglie ricuperino quell’ambiente educante alla fede e alla vita cristiana che il Signore dona ad ogni casa dove genitori, anziani, ragazzi e giovani si aiutano vicendevolmente ad amare il Signore, amandosi tra loro con sincerità di cuore. Occorre poi che la famiglia non ponga ostacoli alle eventuali chiamate che il Signore suscita nel cuore di qualche figlio o figlia, ma ne incoraggi la ricerca e il discernimento accompagnandoli con la preghiera e il consiglio.


Tocca ai sacerdoti curare la Direzione spirituale delle ragazze e ragazzi che mostrano segnali di apertura alla chiamata del Signore. I giovani hanno bisogno di una guida spirituale che trovano nel sacerdote o nella suora e nel religioso, attenti e disponibili a stare con loro e a sostenerli con il dialogo, la preghiera insieme, la testimonianza, l’incoraggiamento.
La parrocchia non può essere considerata solo il luogo dell’incontro di tante attività, del culto e delle iniziative caritative, ma anche un Centro di spiritualità dove l’esperienza di Dio e l’esercizio del dono di sé apre vie impensabili di risposta alla chiamata del Signore per tutte le vocazioni, comprese le più impegnative come quella al sacerdozio, alla vita consacrata e religiosa.


I gruppi e le associazioni, con la loro ricchezza di esperienza comunitaria e formativa, rappresentano un possibile campo di semina delle vocazioni se educano i giovani ad andare oltre le attività specifiche, aprendosi alla esperienza della Chiesa particolare e universale, locale e missionaria.


Cesare Nasiglia

venerdì 3 febbraio 2012

Cuore Eucaristico

Cuore di Gesù



CUORE EUCARISTICO
Il Cuore di Gesù vivo e palpitante è una realtà in mezzo a noi. Se vogliamo stare fisicamente accanto al Cuore di Gesù, basta che ci accostiamo e sostiamo presso il Tabernacolo Eucaristico. Santa Gemma Galgani sentiva così viva questa vicinanza, che a volte, accostandosi troppo all'altare, per l'ardore che provava, le si bruciavano gli indumenti dalla parte del cuore!
Se poi vogliamo avere il Cuore di Gesù presente fisicamente nel nostro stesso cuore, basta che ci accostiamo al Sacramento dell'Eucaristia ricevendo la Comunione. «Nella Santa Comunione – scriveva il beato Contardo Ferrini – Gesù si incarna nel nostro cuore». Nella Comunione avviene la fusione dei due cuori: il Cuore di Gesù nel cuore dell'uomo, e viceversa. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,57). Sulla terra non c'è cosa più grande e sublime di questa fusione d'amore fra Gesù e la creatura.


In particolare possiamo dire che l'Eucaristia è tutto il Cuore di Gesù, è solo il Cuore di Gesù. Questa non è un'affermazione esagerata, ma è una meravigliosa scoperta che ci è venuta, recentemente, dalle analisi fatte sull'Ostia trasformata miracolosamente in carne e conservata nel Santuario Eucaristico di Lanciano. I risultati delle analisi ci fanno sapere che quella carne è viva, e appartiene alla carne del cuore!
Eucaristia e Cuore di Gesù: sono una cosa sola.
Per questo il Sacro Cuore appariva a santa Margherita quasi sempre dal Tabernacolo. Per questo, di frequente, sulle porticine dei Tabernacoli, viene disegnato il Cuore di Gesù. Per questo la devozione è inseparabile dall'Eucaristia, e porta alla Comunione, come è richiesto dalla pratica dei nove primi venerdì del mese. Per questo san Carlo da Sezze, fermatosi in una chiesa ad adorare Gesù Eucaristico, ebbe il cuore trafitto da un dardo d'amore che partì dall'Ostia santa durante l'Elevazione nella Santa Messa.
Che meraviglia per noi poveri uomini avere l'Eucaristia! A rifletterci solo poco, parrebbe impossibile e incredibile. Come mai il Verbo Incarnato se ne sta in poco pane, chiuso in una piccola prigione? «Signore – esclamò una volta san Bernardo – questo non conviene alla vostra maestà!». «Non fa niente – rispose Gesù – Basta che convenga al mio amore!». È l'amore che imprigiona Gesù per noi. E san Giovanni Eudes spiega che il Cuore Eucaristico di Gesù, avvolto da otto fiamme, è tenuto fermo in mezzo a noi dalla prima di quelle fiamme.
Cuore Eucaristico di Gesù, quanto dovremmo amarti, fino a impazzire!
P. Stefano M. Manelli, FI