mercoledì 28 gennaio 2009

CON MARIA


Il pensiero di Maria non parta dalla tua mente.
Il nome di Maria non abbandoni il tuo labbro.
L'Amore di Maria non si spenga nel tuo cuore.
Seguendo Maria non ti perderai.
Appoggiandoti a Maria non cadrai.
Sperando in Maria non temerai.
Ascoltando Maria non sbaglierai.
Vivendo con Maria ti salverai.

Ecco la nona beatitudine:
Beati quelli che si sono consacrati a Maria:
i loro nomi sono scritti nel libro della vita.

(San Bonaventura da Bagnoregio)

lunedì 26 gennaio 2009

mercoledì 14 gennaio 2009

L'immacolata


Quando guardiamo l'Immacolata, proviamo nel cuore il bisogno di avvicinarci a lei... Coloro che la amano e coloro che scrivono a suo proposito si fermano per vedere chi lei sia, anche se non la conoscono in profondità. [..] Il Padre celeste ha voluto che la seconda persona della Trinità, il Figlio suo, abbia per madre, nel tempo, l'Immacolata. Lei è veramente la Madre del Figlio di Dio: cosa difficile da capire! Dobbiamo essere unitissimi alla Madre di Dio per capire più profondamente questo mistero. La Vergine Maria non può essere paragonata agli altri santi, essendo Madre del Figlio di Dio, veramente Madre di Dio... Essere creati da Dio, essere figli adottivi; questo possiamo capirlo. Ma essere veramente la Madre di Dio supera ogni nostra intelligenza... È una verità di fede che l'Immacolata è veramente Madre di Dio e non soltanto la madre dell'umanità di Gesù. Riguardo allo Spirito Santo, lei è la sua Sposa. Neanche questo è possibile concepire! Il Santo Spirito si è talmente unito all'Immacolata da formare con lei come una sola cosa... In tutto questo, la nostra intelligenza non è sufficiente, perché la Trinità è infinita. E anche se avessimo una conoscenza perfetta, c'è una distanza infinita tra ciò che sappiamo della Santa Trinità e ciò che è in realtà. In cielo, dopo, scopriremo molto meglio questo mistero. Anche dopo miliardi e miliardi di anni, questa conoscenza rimarrà sempre limitata, sicché ci vorrà l'eternità per giungere a una conoscenza perfetta.

S. Massimiliano Kolbe (1894-1941), francescano, martire - Conferenza del 26/11/1938

martedì 13 gennaio 2009

PREGATE PER I VOSTRI SACERDOTI


"Vi sono alcuni che hanno l'abitudine di parlare male dei sacerdoti, ve ne sono che li disprezzano. Fate attenzione, figlioli: poiché sono i rappresentanti di Dio, tutto ciò che dite ricade su di Dio stesso. Fareste molto meglio a pregare per loro. Ve ne sono che non pregano mai per i loro pastori: ciò è molto ingrato. II sacerdote, prega sempre per voi, quando offre il divin Sacrificio, quando tiene Nostro Signore fra le sue mani. Vedete quanto è nel vostro interesse pregare il Buon Dio per i sacerdoti: più saranno santi, più vi otterranno grazie. Bisogna pregare, soprattutto all'epoca delle ordinazioni, affinché il Buon Dio ci dia dei buoni sacerdoti. Quando sono santi, quanto bene possono fare! Ma, buoni o cattivi che siano, non ditene mai del male. Colui che disprezzate sarà forse colui che vi assolverà all'ora della morte. Voi direte: «Ma è un uomo come un altro ...» Certamente! (...) Ma è al suo ministero che bisogna guardare. Il Buon Dio ha messo nelle loro mani tutti i meriti della sua morte e della sua passione per distribuirceli, come un re rimette nelle mani del suo ambasciatore un tesoro perché lo distribuisca come meglio crede..." “Andate a confessarvi dalla Madonna o da un angelo? Vi assolveranno? No. Vi daranno il Corpo e il Sangue di Nostro Signore ? No. La Madonna non può far discendere il suo divin Figlio nell'Ostia. Anche se aveste vicino duecento angeli, non potrebbero assolvervi. Un sacerdote, può farlo; può dirvi «Andate in pace, io vi perdono.. Oh, che il sacerdote è qualcosa di grande!"

Santo Curato d’Ars - Patrono dei parroci

IL ROSARIO IN FAMIGLIA

Preghiera per la pace, il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera.Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio. A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario di crescita dei figli. Non è forse, il Rosario, l'itinerario della vita di Cristo, dal concepimento, alla morte, fino alla resurrezione e alla gloria? Diventa oggi sempre più arduo per i genitori seguire i figli nelle varie tappe della vita. Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di « sosta orante » della famiglia non è certo la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare. Se il Rosario viene ben presentato, sono sicuro che i giovani stessi saranno capaci di sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel recitarla con l'entusiasmo tipico della loro età.

fr Giovanni Paolo II – Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae

LA FAMIGLIA

La famiglia è una "scuola di amore". Che il vostro entusiasmo per il matrimonio e per la famiglia si trasmetta alle altre persone! La società ha bisogno oggi più
che mai di famiglie sane per poter garantire il bene comune.
Se rafforzeremo l'istituzione sacra del matrimonio e della famiglia secondo il
piano di Dio, allora l'amore e la solidarietà fra gli uomini aumenteranno!

Giovanni Paolo II alle famiglie - 20 gennaio 2005


sabato 10 gennaio 2009

LA GIOIA

"chi è nella gioia lo esprime con il sorriso"

La gioia è il dono nel quale tutti gli altri doni sono riassunti. Essa è l 'espressione della felicità, dell'essere in armonia con se stessi, ciò che può derivare solo dall'essere in armonia con Dio e con la sua creazione. Fa parte della natura della gioia l'irradiarsi, il doversi comunicare. Lo spirito missionario della Chiesa non è altro che l'impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata. Che essa sia sempre viva in noi e quindi s 'irradi sul mondo nelle sue tribolazioni.

Benedetto XVI - Discorso 22 dicembre 2008