venerdì 14 novembre 2008

Perchè pregare

Mi chiedi: perchè pregare? Ti rispondo: per vivere.
Si, per vivere veramente, bisogna pregare. Perché? Perché vivere è amare: una vita senza amore non e vita. E' solitudine vuota, e prigione e tristezza. Viva veramente solo chi ama: e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall'amore. Come la pianta che non fa sbocciare il suo frutto se non è raggiunta dai raggi del sole, cosi il cuore umano non si schiude alla vita vera e piena se non è toccato dall'amore. Ora, l'amore nasce dall'incontro e vive dell'incontro con l'amore di Dio, il più grande e vero di tutti gli amori possibili, anzi l'amore al di la di ogni nostra definizione e di ogni nostra a possibilità. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all'amore, sempre di nuovo. Per, ciò, chi prega vive, nel tempo e per l'eternità. E chi non prega? Chi non prega è a rischio di morire dentro, perchè gli mancherà prima o poi l'aria per respirare, il calore per vivere, la luce per vedere, il nutrimento per crescere e la gioia per dare un senso alla vita.

Pregando s'impara.
Pregando, s'impara a pregare, e si gustano i frutti dello Spirito che fanno vera e bella la vita: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di se” (Gal 5,22). Pregando, si diventa amore, e la vita acquista il senso e la bellezza per cui e stata voluta da Dio. Pregando, si avverte sempre più 1'urgenza di portare il Vangelo a tutti, fino agli estremi confini della terra. Pregando, si scoprono gli infiniti doni dell'Amato e si impara sempre di più a rendere grazie a Lui, in ogni cosa. Pregando, si vive. Pregando, si ama. Pregando, si loda. E la lode e la gioia e la pace più grande del nostro cuore inquieto, nel tempo e per l'eternità.
Se dovessi, allora, augurarti il dono più bello, se volessi chiederlo per te a Dio, non esiterei a domandargli il dono della preghiera. Glielo chiedo: e tu non esitare a chiederlo a Dio per me. E per te. La pace del Signore nostro Gesù Cristo,l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con te. E tu in loro: perchè pregando entrerai nel cuore di Dio, nascosto con Cristo in Lui, avvolto dal Loro amore eterno, fedele e sempre nuovo. Ormai lo sai: chi prega con Gesù e in Lui, chi prega Gesù o il Padre di Gesù o invoca il Suo Spirito, non prega un Dio generico e lontano, ma prega in Dio, nello Spirito, per il Figlio e il Padre.
E dal Padre, per mezzo di Gesù, nel soffio divino dello Spirito, riceverà ogni dono perfetto, a lui adatto e per lui da sempre preparato e desiderato. Il dono che ci aspetta. Che ti aspetta.

mercoledì 12 novembre 2008

IL PERDONO

Perdono, per-dono, significa gratis, per dono, appunto.
Per concedere il perdono cristiano non occorre un motivo: lo si dà e basta, altrimenti sarebbe a-pagamento e non per-dono. Senza voler fare del moralismo, dare il perdono significa rendere manifestal a misericordia di Dio, il suo perdono, che Egli ci concede ogni volta che pentiti ci avviciniamo al Sacramento della Riconciliazione.
E qualcuno di noi pensa di meritarselo, o di essere capace di non commettere più i peccati di cui ci confessiamo?
E se lo pensiamo noi, Dio senz'altro lo sa meglio di noi che siamo deboli, che ricadremo ancora negli stessi errori, che in fondo forse pur desiderandolo, non riusciamo a fidarci di Lui e ci appoggiamo sulle nostre forze, e cadiamo inesorabilmente.
E cosa dovrebbe fare Lui che è Dio?
Annientarci? Distruggerci? Dirci che è inutile che glichiediamo perdono perché siamo persone spregevoli (come diciamo spesso noi a chi ci chiede perdono)? Dirci che l'abbiamo fatta troppo grossa e non è possibile perdonarci? E nella nostra vita quante volte siamo stati perdonati? Solo settanta volte sette?La cosa più bella da fare, per iniziare, visto che ormai è quasi sera,è ricordarci di chiedere perdono a nostra moglie, a nostro marito,ai nostri figli, prima di addormentarci. Forse noi non riusciamo a vederne il motivo a causa della nostra cecità, ma lui, satana, lo sa bene, e questo gestogli da tantissimo fastidio. A noi poi dà un giovamento e una serenità indicibili. Come sono tristi le notti in cui ci addormentiamo arrabbiati con qualcuno! "Non tramonti il sole sulla vostra ira!" (Ef. 4,26)

La Preghiera


La preghiera grido che nasce dalla nostra povertà

«Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8).

Se è vero che per pregare bisogna credere è anche vero che per credere bisogna pregare. La preghiera perseverante è espressione e nutrimento della fede in Dio.


Pregare è fare silenzio per ascoltare Dio
La preghiera cristiana prima che parola implorante è silenzio profondo per ascoltare e accogliere in sé la parola di Dio. Le persone entrano in comunione ascoltandosi. Noi entriamo in comunione con Dio e ci disponiamo a fare la sua volontà ascoltandolo.

Come la fede, anche la preghiera nasce dall’ascolto: è una risposta vitale, ma anche verbale. Questa assumerà varie forme: un’azione di grazie, una contemplazione piena di ammirazione, una professione di fede, una dichiarazione di impegno, una domanda.
Anche la preghiera di domanda è una risposta all’invito di Cristo a «pregare sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1). Ma qual è il significato della preghiera di domanda? Non è certamente quello di pretendere che egli faccia al nostro posto quello che dovremmo fare noi. La preghiera di domanda è riconoscere il limite della condizione umana, è costatare che la liberazione totale e la piena realizzazione di sé non dipendono unicamente dall’uomo.
L’uomo non può salvare se stesso. Manifestare a Dio «tutti» i propri bisogni e desideri è sottoporli alla sua luce, è vedere se sono legittimi o no. L’uomo è veramente ciò che domanda; le richieste gli vengono spontanee: dirle a Dio è vagliarle e purificarle.

La preghiera di domanda: un atto di verità e di fede
La preghiera di domanda è sengo di fiducia in Dio.Quando siamo certi che una persona ci vuole veramente bene, con spontaneità le chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno e che è buono. San Giovanni definisce la fede come «credere all’amore di Dio per noi». Ebbene, il credente ha una fiducia così grande nel suo Dio, che a lui domanda tutto con semplicità e a lui si rimette. La parabola del giudice iniquo e della vedova ostinata richiama la necessità di pregare senza disarmare, anche se il Signore tarda e sembra sordo a tutte le nostre suppliche. L’argomento di Gesù è semplice: se un giudice iniquo finisce per darla vinta alla vedova, quanto più Dio che è giusto ascolterà il nostro grido d’aiuto.

Pregare non è forzare Dio a fare la nostra volontà
La preghiera cristiana non è una richiesta di intervento immediato di Dio, non è una formula magica che risolve i problemi, ma aderisce ed accetta la libertà e la pazienza di Dio.
Altrove, nel vangelo di Luca, Gesù ci dice che Dio ci darà non tanto quello che chiediamo, ma lo Spirito Santo per comprendere il significato di quello che ci capita e per essere suoi testimoni.
«Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11,13).
La preghiera di domanda «esemplare» è quella di Gesù nel Getsemani: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). Il credente non vuole «piegare» Dio a fare la propria volontà, utilizzarlo per compiere i propri desideri, ma ottenere la grazia di conformare la propria volontà alla sua. Lui solo sa ciò che è veramente nostro bene.
La preghiera di domanda, quando è autentica, è sorgente di impegno per cominciare a fare quello che chiediamo. Pregare per la pace, spinge ad impegnarci per la pace; pregare perché cessino le sofferenze, spinge ad aiutare chi soffre... Per questo non deresponsabilizza mai l’uomo, anzi lo responsabilizza maggiormente.«Chi prega si fa prima di tutto attento alla parola di Dio, per rendersi disponibile nella fede ad accogliere la chiamata che viene da lui. Manifesta al tempo stesso la speranza nel futuro di Dio che la preghiera in qualche modo anticipa e promuove. Dà anche una testimonianza di carità tanto è stretto il legame che unisce colui che prega a Dio. Partecipa infine alla vita del mondo, perché si sente impegnato in tutto ciò che fa venire il Regno. In tal modo la preghiera è l’atto più significativo del vivere cristiano».
(CdA, pag. 392).

domenica 9 novembre 2008

domenica 2 novembre 2008

UMILTA'


L’umiltà è come la catena del rosario;
se la catena si rompe, i granelli se ne vanno;
se cessa l’umiltà, tutte le virtú spariscono.

L’umiltà è come una bilancia: quanto più
ci si abbassa da un lato, tanto più si è innalzati dall’altro.

Fu chiesto ad un santo qual' era la prima virtù:
«È l’umiltà», rispose. -E la seconda?”- «L’umiltà» - “E la terza? - «L’umiltà».

L'umiltà disarma la giustizia di Dio.