venerdì 16 settembre 2011

Testimonianza

UNA NUOVA VITA



Mi chiamo don Roberto. Sono Toscano, di Pisa. Vi racconto un po’ di quello che è successo nella mia vita, perché non ero sacerdote prima. Sono diventato prete solo tre anni fa.
Non credevo in Dio e, come toscano, purtroppo bestemmiavo molto. Bestemmiavo per anni contro la Madonna , contro Dio. Presto ho cominciato a fumare le sigarette, di nascosto dai miei genitori; è chiaro. Frequentando ragazzi più grandi di me ho iniziato a bere superalcolici e andavo a ballare, sempre di nascosto dai miei genitori. A 14 anni: discoteche vicino a casa mia, superalcolici, sigarette, trasgressione. Gli adolescenti, sappiamo, amano trasgredire le leggi. Anche i grandi, non solamente gli adolescenti. Quando c’è una legge, una regola, la nostra natura umana tende a ribellarsi e a fare quello che è vietato. Questo è il nostro pericolo ogni volta: stare attenti a questa cosa. Mi piaceva trasgredire; mi piaceva divertirmi in questo modo: alcol, superalcolici, sigarette. Poi piano, piano crescevo. Le canne. Ho iniziato a fumare gli spinelli, sempre con questi amici più grandi di me. E non mi confessavo più. Avevo smesso di andare alla Messa dopo che avevo fatto la Cresima. Ho ricevuto il sacramento “del congedo”, lo chiamo io. Perché poi avevo chiuso la saracinesca: chiuso per divertimento. Tra me e Dio non ci doveva essere più niente. Non mi interessava più. I sacerdoti, per me, avevano perso la loro vita, il loro tempo. Le suore lo stesso. Non credevo né in loro né in Dio né nella Chiesa. Non avevo mai letto la Bibbia. Al catechismo, da ragazzino, mi buttavano fuori, perché facevo troppa confusione, disturbavo. E non pregavo più. Non mi ricordavo neppure l’Ave Maria e il Padre Nostro. Quindi mi stavo affacciando al mondo delle droghe, della trasgressione. “Faccio quello che mi pare”. La libertà non è questo, però. Uno pensa che la libertà sia fare quello che gli pare, ma non è così. Poi diventi schiavo delle sostanze oppure delle brutte abitudini. Anche se uno non usa alcol o droghe può diventare schiavo della sessodipendenza, del successo, dei beni terreni o di Facebook. Tante persone stanno anche 4 o 5 ore al giorno su Facebook. Quella è una schiavitù. Se uno non sta attento come usare il computer. Quindi uno pensa di essere libero e poi si trova con le mani e i piedi legati.
Ma tornando un passo in dietro. Che cosa facevo? Avevo iniziato anche ad usare le pasticche: extasy, trip, lsd. A venderle. A 17, 18, 19 anni… Ho fatto il militare a Verona. Li ho fatto un massiccio uso di droghe, fino alla cocaina. Non ho mai usato l’eroina, fortunatamente, perché volevo stare lontano da quelle droghe. Vendevo queste droghe in tante discoteche d’Italia, dove mi trovavo a ballare sui cubi. Ballavo sui cubi di tante discoteche; avevo i capelli lunghi, il tatuaggio su una spalla di una discoteca famosa d’Italia, l’Insonnia. Ballavo a Torino, Verona, Brescia, Bergamo, Riccione, Bologna… Tante discoteche del centro Italia e tutte quelle della Toscana.
Non credevo in Dio. Come vi ripeto purtroppo bestemmiavo molto. Una volta, mi ricordo, sono entrato in chiesa la notte di Natale con la gonna scozzese. Lanciavo delle mode. Era il 24 dicembre del 93. Gonna scozzese, capelli lunghi; avevo fumato delle canne. Era mezzanotte e mezzo e i miei amici e compagni non erano ancora pronti, erano alla Messa. Io non ci andavo, neanche a Natale e Pasqua. Per 9 anni non mi sono mai confessato e andato alla Messa. Ed era un vanto per me, perché proprio non ci credevo. Insomma, ero pronto con questo giacchetto nero di pelle lungo, magliettina bianca trasparente, tutta di pizzo, stravagante, gonna scozzese, anfibi. Flashatissimo. Orecchini tutti stravaganti. Entro in fondo alla chiesa e sbatto la porta. Era quasi l’una di notte. I miei amici erano li. Io gli aspettavo al bar, era tardi. Dovevamo andare a ballare in un posto a quasi un’ora di distanza con la macchina. Mi sono lamentato: “Quando finisce questa Messa? Dai, dobbiamo andare!” Quelli degli ultimi banchi mi hanno guardato, mi hanno riconosciuto: “Che tipo che è questo”. Le stesse persone mi vedono adesso celebrare la Messa in quella chiesa, perché era la mia parrocchia.
Non volevo il Crocifisso in camera, perché non ci credevo. Non portavo con me un santino, un’immaginetta, un Crocifisso: non ci credevo. Non lo volevo. La mia nonna ha fatto un pellegrinaggio alla Madonna patrona della Toscana, La Madonna di Montenero, chiedendo proprio una grazia: la mia conversione. Poi ha messo un Crocifisso in camera. A forza, perché proprio non lo volevo. La mia mamma ha pregato tanti anni; la mia nonna, la mia zia. Anche lei mi faceva tanti discorsi sul futuro: “Ma che futuro hai? Cosa vuoi dalla vita?” Non mi interessava niente della vita. Molte volte bestemmiavo in faccia alla mia mamma e alla mia nonna quando mi dicevano che mi stavo rovinando con le mie mani. Il venerdì, il sabato, la domenica… Sempre fuori. Discoteche, tante ragazze, soldi, droghe… Non mi interessava di morire. Glielo dicevo proprio in casa che non mi interessava di morire in qualche incidente stradale. Non davo valore alla vita. Non mi interessava niente. Non credendo in Dio, volevo solamente godere delle cose materiali, divertirmi, anzi, in alcuni casi, lo dico adesso, ho regalato delle droghe a ragazzi e ragazze per la prima volta per farli divertire. Ero proprio stupido. Pensavo che il male fosse il bene e il bene, lo stare con Gesù, fosse una perdita di tempo. Fosse niente, il vuoto, perché non credevo in niente. Hanno pregato tanti anni la mia mamma, la mia nonna, la mia zia, perché tornassi in me. Non pregavano perché diventassi prete, ma perché tornasse un po’ di luce, un po’ di sale in testa. E che succede in tutti questi anni di trasgressione, di buio, di pericoli? Tre volte sono andato vicino ad essere arrestato. Mi hanno beccato con la droga nelle discoteche. Una volta a Verona, una volta a Torino, una volta in Toscana. Poi, però, non mi hanno mai arrestato, fortunatamente. Ho portato all’ospedale più di una persona a cui avevo dato io le droghe. Pensavo di averle uccise. Poi si sono salvate, fortunatamente. In ambulanza con queste persone per portarle a fare la lavanda gastrica. Ero sotto effetto di droga: pensavo di averle uccise. Anch’io più volte mi sono sentito male. Dicevo a me stesso di smetterla, ma poi cadevo ancora nella dipendenza da queste cose. Poi facevamo i mix: tre o quattro tipi di droghe diverse.
Inizio a leggere il Vangelo quando avevo vent’anni, grazie ad una ragazza di Bologna, la quale era diventata la mia ragazza. L’avevo incontrata sul treno. Ci siamo scambiati il numero di telefono, ci siamo innamorati, inizia la storia. Per circa 2 anni sono stato con questa ragazza di Bologna. Nell’arco di questi 2 anni, tra i miei 20 e i 22, Gesù mi ha modellato. C’è una parola di Dio molto bella. Geremia, capitolo 18, dal versetto 1 all’undicesimo. Parla proprio che Dio è il vasaio e noi siamo la creta nelle mani di Dio. Quando la creta o il vaso viene male, Dio lo modella secondo il Suo gusto. E’ Lui che decide il colore e il modello del vaso. E’ Lui che decide cosa fare con questo vaso. Noi siamo solamente la creta nelle mani di Dio. Questo è un po’ difficile capirlo. E se lo si capisce è difficile farsi plasmare, perché fa male. Quanti di noi lo esperimentano: la Volontà di Dio che fa male. “Ma io voglio andare di qua; voglio fare quello che mi passa per la testa!” Ma Dio, dove lo mettiamo? Quando chiediamo se è Volontà di Dio? Lo chiediamo o no? Nel Padre Nostro lo chiediamo: “Sia fatta la Tua Volontà ”… Fra parentesi: “Però voglio fare come dico io”. Questa è la nostra preghiera, molte volte. O no? Questo è un errore. Lo faccio anch’io, non è che lo fate solo voi. Dobbiamo sforzarci di rimanere nelle mani di Dio, nella Sua Volontà; lasciarci plasmare come creta nelle mani del vasaio che è Dio. “Sia fatta la Tua Volontà !” E qui mi sono lasciato guidare. In soffitta di casa mia avevo trovato il libro Pregate, pregate, pregate, il libro di Medjugorje. Non sapevo niente di Medjugorje. Io avevo 21 anni circa. Adesso ne ho 37, compiuti il 20 di agosto. E quindi ho iniziato a sfogliare questo libro e ho riiniziato a pregare. Non mi ricordavo l’Ave Maria, il Padre Nostro, la Salve Regina , il Credo. Non sapevo niente. Nove anni che non pregavo, che non mi confessavo, che non parlavo con un prete. Non volevo parlare coi preti. Un mio amico ogni tanto mi parlava di andare con lui alla Messa, ma non mi fregava niente. Attraverso l’amore che io davo a questa ragazza mi si è aperto il cuore a Dio. Ho riiniziato a pregare con questo libro. In casa ho trovato il Vangelo. Quel librettino piccolo. Quello blu con il sole arancione con scritto: “Vangelo e Atti degli apostoli”. Era sopra ad una libreria di casa mia. C’erano tutti i libri in questa libreria molto alta. Questo era il libro più piccolo. Quindi non entrava. Questo piccolo librettino era stato messo sopra agli altri libri. E’ rimasto li per circa un anno. Tutte le sere mi chiamava. Una voce: “Prendi questo librettino”. Per andare a dormire, la mia casa ha tre piani, passavo davanti a questa libreria. Salivo le scale e vedevo sempre questo librettino che dominava tutti gli altri libri e mi chiamava: “Roberto, prendi questo librettino”. Mi serviva la sedia per prenderlo, perché non ci arrivavo. Non ne avevo voglia. Circa un anno questa storia. “Roberto, prendi questo librettino. Roberto, prendi questo librettino”. Una volta, senza che nessuno mi vedesse, ho messo la sedia, ho preso questo librettino e melo sono portato in camera. Di nascosto. Tanto nessuno si era accorto che mancava questo librettino. Melo sono iniziato a leggere. Leggendo la Parola di Dio, che è presenza di Dio, la mia vita è cambiata. Vi parlo degli anni 95, 96. Ho iniziato a leggere il Vangelo. Con questa ragazza, con cui stavo assieme, andavo alla Messa e ho riiniziato a confessarmi, perché lei mi dava l’esempio. Tanto non mi conosceva nessuno a Bologna. Non dovevo farmi vedere. Il Roberto che portava la droga i giovani o che organizzava le feste… Non era facile per me parlare di Gesù, far sapere agli amici e ai miei genitori che andavo a Messa. Non lo volevo far sapere. Per me prima era una cosa da bambini o da vecchietti andare a Messa e pregare. Non ci avevo capito niente. Quindi di nascosto leggevo il Vangelo, andavo a Messa, mi confessavo, avevo riiniziato a fare la Comunione. Quella è stata la forza per poi manifestare la mia fede ai miei genitori. E’ stato un cammino lento. I sacramenti cambiano la vita se ci credi. Ci sono troppe persone che fanno la Comunione anche ogni giorno e non cambia niente. Io mi domando: “Perché?” Forse perché abbiamo poca fede. Non lo so. Mi domando io. Forse no. Ci sono alcuni casi che Dio permette, per una grande prova, quando uno ha una elevazione spirituale che può sostenere questa prova. Per quello non cambia niente. Questo è un caso che Dio permette una certa aridità per una maggiore santità di quella persona e intorno a quella persona. Un altro caso, invece, è per chi non ha fede. Non cambia niente, perché non capisci chi, non cosa, stai ricevendo nell’Eucarestia o che cosa stai leggendo nella Bibbia. Io non capivo niente di quello che leggevo, ma la mia forza di volontà di leggere il Vangelo mi ha portato ad amarlo, ad essere illuminato. Capite: fare quella cosa li anche se non capisco bene il motivo; dire il Rosario ogni giorno, anche se non ne avevo voglia; leggere il Vangelo ogni giorno, anche se non ne avevo voglia. Capite la forza di volontà e il combattimento interiore? Tra la droga e Gesù Cristo. Tutti siamo chiamati a combattere. I Cristiani sono dei combattenti, dei Cavalieri della luce.
E’ stato questo l’inizio della mia conversione nel 96: La Confessione ; riiniziare a fare la Comunione ; la Parola di Dio; iniziare a dire il Rosario. Da bambino andavo al Rosario per strada con le mie zie, melo ricordo. Ascoltavo le Ave Marie in campagna dove vivevo presso la nicchia della Madonna. Ero bambino, poi sono cresciuto… A 22 anni ho detto il mio primo Rosario e lentamente c’è stato questo cambiamento. Ho sentito la chiamata a diventare prete. Avevo 22 anni. Ma con questa ragazza parlavo di matrimonio, volevamo sposarci. E che succede? Che Gesù chiama a diventare sacerdote. Tantissima paura! Non volevo. Perché proprio io che avevo anche rubato in chiesa l’elemosina? Da ragazzino, eh… A 13 anni. Quando vai per fare il Presepe. Gli altri erano fuori, cera la cassettina per le candele; era rotta dietro e io lo sapevo. Prendevo gli spiccioli. Si fa così; per stupidità; per trasgredire.
Perché proprio io prete che non sapevo niente di cosa vuol dire frati, diocesani, ordini religiosi. Non sapevo niente. Perché proprio io? Che c’entro io? Insomma: lasciandoti plasmare da Dio poi vedi che veramente può far sorgere dalle pietre dei figli di Abramo. Dio dice questo, no? Dio può far sorgere dal deserto dei fiori splendenti che non hai neanche mai visto, perché c’è una grande bellezza in te. Io ci credo. L’ho sperimentato. Io ci credo che in ognuno di noi ci sono tanti fiori colorati che non hai neanche mai visto da quanto sono belli. Il problema è che siamo pessimisti, troppo pessimisti. La tv ci insegna questo: il pessimismo. Non tutta la tv… La maggior parte. Il telegiornale: sangue, morte, distruzioni. Messaggi di morte. Messaggi negativi. Quindi abbiamo il pessimismo in testa, invece di essere ottimisti. Eh, perché è difficile vedere le cose positive. Ma io sono così sicuro, perché lo dice la Bibbia che in ognuno di noi ci sono veramente tanti fiori colorati. Isaia, capitolo 43, versetto 9: “Tu sei un prodigio. Ti ho fatto come un prodigio. Sei degno di stima ed Io ti amo”. Questo è Dio che te lo dice. Quindi, se credi in Dio, credi nella Sua Parola e credi in questa realtà. Perché è realtà, non è una storiella! “Sei come un prodigio. Sei prezioso ai Miei occhi e Io ti amo”. Nonostante siamo peccatori Dio ti ama. Con la confessione non c’è peccato, grande che sia, che Dio non perdoni. Sei tu che devi perdonare te stesso, perché alcune volte viviamo con i sensi di colpa che ci ostacolano la gioia. Quindi: via i sensi di colpa; sì all’Amore di Dio; sì alla Misericordia di Dio che è senza limiti; credo in Dio che mi ama; credo che sono prezioso agli occhi di Dio; devo avere autostima, perché melo dice Dio.
Io sto terminando la testimonianza. Poi ho lasciato la ragazza, la famiglia ; ho lasciato tutto. Sono venuto a Medjugorje nel 96 per la prima volta. Qui c’è stata la conferma della mia vocazione a diventare prete. Sento fortissimo la conferma di diventare sacerdote, quindi mollo tutto ed inizio il cammino. Avevo lasciato gli studi in terza media. Avevo promesso a me stesso, melo ricordo benissimo, che non avrei mai studiato, per nessuna ragione. Ho riiniziato a studiare per diventare prete. A 22 anni. Liceo pedagogico. Poi ho preso il diploma per dirigente di comunità. Poi ho studiato 7 anni di università di teologia per diventare prete. Io non sapevo che bisognava studiare così tanto per diventare prete. 60 esami di teologia. Scoppiavo, non ce la facevo più. Però lo facevo per Dio e per voi, perché il sacerdote è per gli altri. Il prete non lo fa per sé; lo fa per gli altri. Il cibo spirituale, il pane e il vino che diventano Corpo e Sangue di Cristo, è per voi, per tutti. Pregate per i sacerdoti, che siano più illuminati dallo Spirito Santo; che ci siano sacerdoti santi, che ascoltino la Voce di Dio, che mettano in pratica la Sua Parola , invece di criticarli. Pregate per loro che siano illuminati. Che si convertano, perché tanti sacerdoti hanno bisogno di conversione. Sono persone umane, no? Si convertano all’azione dello Spirito Santo.
Quindi, concludendo, posso dire con lo sforzo di volontà, mettendo in pratica la Parola di Dio la mia vita è cambiata. Attraverso la Parola di Dio, che è vita, attraverso il Rosario, l’Eucaristia, grazie a Medjugorje nel 96 e poi tutto il cammino che c’è stato dopo in seminario. Nuovi orizzonti: vivo in comunità da 8 anni. Ho conosciuto la fondatrice leggendo dei libri. Mi occupo dell’evangelizzazione di strada già da molti anni, soprattutto a Roma, ma, bene o male, in quasi tutte le strade d’Italia. Facciamo tante testimonianze nelle scuole, nei palazzetti dello sport, in giro per le strade, alla stazione Termini e presso le altre stazioni d’Italia, sulle spiagge. …Parlando per le strade; leggendo il Vangelo per le strade; pregando per le strade. Organizziamo missioni di tre giorni, il fine settimana, oppure anche di 8 o 9 giorni, in giro dove ci chiamano i Vescovi, i sacerdoti o anche le persone. Organizziamo la missione con una tabella, andando nei punti dove ci sono gli spacciatori o dove si riuniscono i giovani.
Credo che mi possa fermare qua, altrimenti mi dilungo troppo. Ringrazio Dio che mi ha fatto sentire la vocazione di diventare prete. Ringrazio Dio e la Madonna che mi hanno dato la grazia, la forza di rispondere. La conversione, però, è ogni giorno. Non è che ho detto “Sì” nel 96 e stop. Ogni giorno è da rinnovare quel “sì”. Vi leggo solo due righe del messaggio che ha dato la Madonna , non ve lo leggo tutto. E’ quello del 25 di agosto. “Oggi vi invito a pregare e a digiunare per le Mie intenzioni, perché Satana vuole distruggere il Mio piano”. Questa è la prima riga. L’ultima riga dice così: “Perciò voi, che avete pronunciato il sì, siate forti e decisi”. Questa per me è la sintesi del messaggio del 25 di agosto. “Vi invito a pregare a digiunare per le Mie intenzioni”, dice la Madonna , preghiera e digiuno, “perché Satana vuole distruggere il Mio piano”.. Lultima riga: “Perciò voi, che avete detto sì, siate forti e decisi”.
Perciò mettiamo in pratica i 5 sassi che ci da la Madonna a Medjugorje: il Rosario ogni giorno; leggere il Vangelo ogni giorno; digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì – se non ce la fai a fare il digiuno a pane e acqua fallo dai dolci, dalle sigarette, dal caffè… Però noi siamo così sciocchi che non rinunciamo a niente. “Non ce la faccio a fare pane e acqua, quindi non digiuno per niente”. Questo è un errore. Digiuna da qualcosa il mercoledì e il venerdì! Confessione almeno una volta al mese, sempre secondo i 5 sassi, e l’Eucaristia, Corpo di Cristo, almeno la domenica.
Grazie.

domenica 11 settembre 2011


IL FRUTTO CHE DERIVA DALLA PREGHIERA
E DALLA MEDITAZIONE



«Nella preghiera, si purifica l'a­nima dai peccati, si alimenta la carità, si conferma la fede, si rafforza la spe­ranza, si rallegra lo spirito, si struggo­no le viscere, si purifica il cuore, si scopre la verità, si vince la tentazione, fugge la tristezza, si rinnovano i sensi, si vivifica la virtù infiacchita, si allon­tana la tiepidezza, si consuma la ruggi­ne dei vizi; in essa non mancano scin­tille vive di desiderio del cielo, tra le quali arde la fiamma del divino amore. Grandi sono i meriti della preghiera! Grandi i suoi privilegi! Ad essa sono aperti i cieli. Ad essa si scoprono i se­greti, ad essa è sempre attento l'orec­chio di Dio».

san Lorenzo Giustiniani (dottore)


«Se vuoi sopporta­re con pazienza le avversità e le mise­rie di questa vita, sii uomo di pre­ghiera. Se vuoi conseguire virtù e forze per vincere le tentazioni del nemico, sii uomo di preghiera. Se vuoi morti­ficare la tua volontà con tutte le sue passioni e i suoi desideri, sii uomo di pre­ghiera. Se vuoi conoscere le astuzie di Satana e difenderti dai suoi inganni, sii uomo di pre­ghiera. Se vuoi vivere lietamente e procedere dolcemente per la strada della penitenza e dell'affanno, sii uo­mo di preghiera. Se vuoi allontanare dalla tua anima le mosche importune di vani pensieri e sollecitudini, sii uo­mo di preghiera. Se vuoi sostentare la tua anima con la pienezza della devo­zione e tenerla sempre piena di buoni pensieri e desideri, sii uomo di pre­ghiera. Se vuoi rafforzare e rinsaldare il tuo cuore sulla strada di Dio, sii uo­mo di preghiera. Infine, se vuoi sradi­care dalla tua anima tutti i vizi e pian­tare al loro posto la virtù, sii uomo di preghiera, poiché nella preghiera si ri­ceve l'unzione e la grazia dello Spirito Santo, che insegna ogni cosa. Inoltre, se vuoi salire alle altezze della con­templazione e godere dei dolci abbrac­ci dello Sposo, impegnati nella pre­ghiera, perché questa è la strada per cui l'anima sale alla contemplazione e al piacere delle cose celesti. Vedi dun­que quanto grandi siano le virtù e il potere della preghiera? A comprovare tutto ciò (a parte la testimonianza del­le Sacre Scritture) basta per ora la pro­va dell'aver visto e sentito ogni giorno molte persone semplici che hanno rag­giunto tutte le cose che abbiamo detto e altre ancora più grandi, mediante l'e­sercizio della preghiera».

san Bonaventura (in La vita di Cristo)

giovedì 8 settembre 2011

La nostra guida

Può forse un cieco guidare un altro cieco?
(Lc 6, 39-42)


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Commento
Si parla molto di fraternità e il Signore Gesù ci aiuta davvero a vivere fraternamente, ci aiuta con molto realismo, dicendoci con chiarezza che non basta vivere insieme per vivere fraternamente. Possiamo vivere insieme in due, in tre, anche in dieci, ma non per questo troveremo la strada giusta; se in ognuno non c'è rettitudine di intenzione, se ciascuno non cerca la volontà del Signore con purezza di cuore, siamo come tanti ciechi insieme. E un cieco non può farsi guidare da un altro cieco: cadranno tutti e due in una buca. La nostra guida deve essere il Signore, dobbiamo cercare luce non nelle nostre opinioni umane, ma in lui, nella sua parola, nella Rivelazione divina, dobbiamo essere riuniti nel suo nome, come dice egli stesso: allora egli sarà in mezzo a noi.
In caso contrario ogni vita di fraternità è vuota, anzi non è neppure fraternità.
Gesù ci mette in guardia contro un altro pericolo molto comune, cioè contro la tendenza a criticare gli altri senza accorgerci dei nostri difetti: "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo?". E abbiamo davvero la tendenza a criticare gli altri, a vedere le cose che non vanno bene negli altri, a vedere tutto il male che c'è nel mondo, sempre negli altri. E molto raro che consideriamo i nostri difetti, pensando che con essi siamo di peso agli altri, rendiamo più difficile il loro cammino e che la prima cosa da fare è di guardare noi stessi, con umile discernimento.
Soltanto così potremo dare un aiuto agli altri, perché capiranno che in noi c'è un cuore veramente fraterno, pieno di autentico amore e non di orgoglio e di risentimento.
Chiediamo al Signore che renda finalmente il nostro cuore simile al suo, mite e umile, mosso dall'amore.