domenica 20 dicembre 2009

NATALE

La nascita di Gesù nelle anime

Pensiamo alla Venuta che il Sal­vatore vuol fare nel nostro cuore:

ve­nuta piena di dolcezza e di mistero, [...] poiché il buon Pastore non viene soltanto a visitare il suo gregge in ge­nerale, ma estende la sua sollecitudi­ne a ciascuna delle pecore, anche al­la centesima che si era smarrita. Ora, per ben comprendere tutto questo ineffabile mistero, bisogna ricordare che, siccome non possiamo essere accetti al nostro Padre celeste se non in quanto egli vede in noi Gesù Cristo, suo Figlio, questo Salvatore pieno di bontà si degna di venire in ciascuno di noi, e, se noi lo voglia­mo, di trasformarci in Lui, di modo che non viviamo più della vita nostra ma della sua. Il fine di tutto il Cri­stianesimo è appunto di divinizzare l'uomo attraverso Gesù Cristo: que­sto è il compito sublime imposto alla Chiesa. Essa dice ai fedeli con san Paolo: «Voi siete i miei figlioletti; poiché io vi do una seconda nascita, affinché si formi in voi Gesù Cristo» (Gal 4,19).

Ma, come nella sua apparizione in questo mondo il divino Salvatore si è dapprincipio mostrato sotto le sem­bianze d'un bambino prima di giun­gere alla pienezza dell'età perfetta che era necessaria perché nulla man­casse al suo sacrificio, Egli intende prendere in noi gli stessi sviluppi. Ora, è nella festa di Natale che si compiace di nascere nelle anime, e diffonde per tutta la sua Chiesa una grazia di Nascita alla quale, purtrop­po, non tutti sono fedeli. Ecco infatti la situazione delle anime all'avvicinarsi di questa ineffabile solennità. Alcune, ed è il nu­mero minore, vivono pienamente della vita del Signore Gesù che è in esse, ed aspirano in ogni istante al­l'aumento di tale vita. Altre, in nu­mero maggiore, sono vive, sì, per la presenza del Cristo, ma sono malate e lan­guenti, non desiderando il progresso del­la vita divina, perché la loro carità si è raf­freddata (Ap 2,4). Il resto degli uomini non gode di questa vita, e si trova nella morte; poiché Cristo ha detto: Io sono la Vita (Gv 14,6). Nei giorni dell'Avvento, il Sal­vatore va a bussare alla porta di tutte le anime, in una maniera ora sensibi­le, ora nascosta. Viene a chiedere se hanno posto per Lui, affinché possa nascere in loro. Ma, benché la casa che egli chiede sia sua, poiché Lui l'ha costruita e la conserva, si è la­mentato che i suoi non l'hanno volu­to ricevere (Gv 1,11), almeno il nu­mero maggiore tra essi. [...]. Preparatevi dunque a vederlo na­scere in voi più bello, più radioso, più forte di come l'avete conosciuto, o anime fedeli che lo custodite in voi stesse come un prezioso deposito, e che da lungo tempo, non avete altra vita che la sua, altro cuore che il suo, altre opere che le sue.

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