martedì 2 luglio 2013

Credersi giusti ci preclude il Regno



Credersi giusti ci preclude il Regno

E Gesù disse loro: "in verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio".

Credersi giusti è uno dei maggiori impedimenti alla salvezza.. Quando uno pensa insconsciamente di essere completamente a posto con Dio e con il prossimo è candidato alla dannazione. Si crea interiormente una coscienza fasulla e non vive nella verità.

Chi ricerca la verità, invece, scandaglia con coraggio anche il proprio "io" alla luce del Vangelo, il quale è come il sole che irradia una raggio di luce all'interno di una stanza buia.
I veri seguaci di Cristo che fuggono la menzogna sanno benissimo che c'è un abisso tra il loro atteggiamento e quello del Maestro.
Costui si è lasciato spogliare fino alla croce in obbedienza al Padre. Non ha tenuto conto del prestigio, delle ricchezze, degli onori o dei piaceri più sensuali di questo mondo. Ha operato tra i peccatori e i suoi nemici. Molti di coloro che Egli ha beneficiato si sono rivelati ingrati o hanno fatto parte della folla che lo hanno condannato in coro.

Il vero discepolo (che non può essere più del maestro) dovrebbe imitare Gesù. Ma quando questo succede? Spesso pensiamo di essere "buoni" per qualche elemosina che facciamo, o perché frequentiamo la chiesa, o visitiamo qualche ammalato. Tutte cose buone, s'intende, gesti che Dio non dimenticherà mai. Ciò che ci danneggia, invece, è la presunzione di sentirci "giusti" per questo.

Se poi ci si mette a giudicare anche gli altri perché non fanno come noi, allora peggioriamo la situazione. Quando Gesù dice : I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio, usa proprio il presente: "vi passano avanti". Il pubblicano è un peccatore conosciuto, come anche la prostituta. Pubblicani e prostitute sanno di essere peccatori e questa loro consapevolezza li rende molto più vicini al Regno di chi si crede già arrivato per la sua giustizia.

Quando prendiamo coscienza della nostra fragilità, allora siamo più predisposti a chiedere aiuto a Colui che ci può salvare. Ci abbandoniamo tra le sue braccia, ci lasciamo condurre da Lui lasciando gradualmente la vanagloria e compiendo buone azioni solamente in spirito di riparazione ed obbedienza al Padre.

La nostra irrequietezza non dovrebbe derivare dalla consapevolezza della nostra enorme fragilità, ma dal fatto che ci si creda "giusti". Il pericolo è quello del'indurimento del cuore, a scapito del vero amore che non tiene conto del proprio interesse ma fa uscire da se stessi per proiettarci nel Regno dei Cieli.

Pier Angelo Piai

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