mercoledì 12 giugno 2013
sabato 1 giugno 2013
Corpus Christi: Te adoramos Hostia Divina
T'adoriam, Ostia Divina
T'adoriam, Ostia divina,
t'adoriam, Ostia d'amor:
Tu degli Angeli il sospiro,
tu dell'uomo sei l'onor!
T'adoriam, Ostia divina,
t'adoriam, Ostia d'amor:
tu dei forti la dolcezza,
tu dei deboli il vigor.
T'adoriam, Ostia divina,
t'adoriam, Ostia d'amor:
tu salute dei viventi,
tu speranza di chi muor.
Corpus Domini
Corpus Domini
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Ecco: la vita. In connessione col mangiare sta la vita: vita in che senso? Anzitutto in senso molto concreto: questa vita che oggi viviamo e che è bloccata dalla morte, viene ricuperata con la risurrezione: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. “Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. All’ultima orazione della messa funebre diciamo: “Concedi, Signore, a questa persona, che nei giorni della sua vita mortale si è nutrita di questo cibo di immortalità, di partecipare al banchetto eterno imbandito nei cieli”. Si parla di risurrezione e di vita perenne. In fondo mangiamo di un corpo risorto, ci nutriamo di una vita che è già nell’eternità!

Una intimità che arriva ad un coinvolgimento sempre più pieno, quale esiste tra il Padre e il Figlio stesso. Ecco come si esprime Gesù oggi: “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”. Gesù vive per la vita che riceve dal Padre, ma anche “per” Lui, cioè tutto rivolto a Lui; così l’effetto dell’Eucaristia è per noi un farci vivere in forza di Gesù, ma anche rivolti a Lui, per Lui, coinvolti con Lui nell’avventura della sua missione di salvatore del mondo. L’Eucaristia, si dice, crea la comunione e fonda la missione.
Vita donata per gli altri
"Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue" (Mc14,22.24) so che non è solo il suo donarsi a me ma anche il mio donarmi alla mia compagna e al mondo intero. Vivere una vita eucaristica non vuol dire andare in chiesa tutti i giorni. Vuol dire vivere facendo della propria vita un dono d'amore: mangia, abbeverati, riposati, curati, al mio corpo e alla mia casa. Perché se non posso dire a nessuno: "Questo è il mio corpo per te", che vita è? Come si può vivere senza donarsi a qualcosa o a Qualcuno? Se non faccio della mia vita un dono, la mia vita è un dono inutile. Perché se non posso dire a nessuno: "Questo è il mio sangue per te", la mia fatica, la mia lotta, la mia passione, il mio amore, che vita è? Se non posso donare, esprimere, dare ciò che ho di più profondo, intimo, mio, a che serve? Il pane è fatto per essere mangiato. Tenuto in cassetto diventa duro e non serve a nessuno. Il vino è fatto per essere bevuto e assaporato. Tenuto in disparte, col tempo diventa aceto, vecchio e non serve a nessuno. La vita è fatta per essere spesa, donata, altrimenti tenuta per sé è inutile. La felicità non è donare ma donarsi: allora si ha chiara e certa la sensazione di essere utili e che la propria vita abbia un senso profondo per sé, per il mondo e per l'universo. La felicità è poter dire: "Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue": mangiatene e bevetene.
venerdì 24 maggio 2013
L'amore oblativo
L'AMORE OBLATIVO
La legge dell'amore oblativo trascende le leggi naturali dove l'energia comunicata è perduta. Nel mondo spirituale, al contrario, chi dona amore non perde nulla, anzi diviene più ricco di amore.
Se vogliamo comprendere questo che sembra un paradosso, dobbiamo pensare che l'amor donato agli altri non è nostro, ma viene donato da Dio che è la fonte inesauribile dell'Amore .
Da questa fonte inesauribile fluisce una energia spirituale che, se è comunicata ad altri, non soltanto non diminuisce, ma aumenta. Questa misura via via maggiore di amore che lo Spirito Santo dona a chi dona amore eleva la persona umana al di sopra dei suoi limiti naturali e la rende sempre più simile a Dio che è l'Amore infinito. Si realizza così una graduale divinizzazione. Questa unione del terrestre col divino prepara l'avvento escatologico del Regno di Dio.
venerdì 17 maggio 2013
Chiedete e vi sarà dato...
Come far sì che le proprie preghiere vengano ascoltate
Dovresti pregare per ottenere dei risultati. Purtroppo, molte persone pregano, ma non ricevono risposte ...specifiche per i loro problemi. Vi mostrerò come si ottengono risposte alle preghiere. Una volta che sai come ottenere risposte alle preghiere, non ne avrai più bisogno. Non dovrai più sopportare la malattia, restare al verde, o venire sconfitto ogni giorno della tua vita.Il primo passo, ed è quello più importante, per ricevere risposte alle proprie preghiere è questo: cerca le scritture che ti promettono esattamente la cosa specifica per la quale stai pregando. Quando la gente dice che sta pregando per qualcosa, mi piace chiedere, “Su quale scrittura o scritture ti stai basando per ottenere quello che stai chiedendo?" Spesso, la gente risponde, “Bè, niente di particolare.” Bene, questo è quello che otterranno, Niente di particolare.Gesù dice, “Se restate in me e le mie parole restano in voi, chiedete qualsiasi cosa, e vi sarà dato” (Giovanni 15:7). Notate come Gesù inizi la promessa con la piccola parola “se”. La parola “se” è una piccola parola che esprime condizioni. La parola “se” significa che questa promessa di esaudire le preghiere è una condizione di qualcosa. Ma cosa? Gesù dice che potete chiedere qualsiasi cosa, fino a quando “le mie parole restano in voi”.Le parole di Dio devono restare costantemente in voi, se vi aspettate che le vostre preghiere vengano ascoltate. Spesso i Cristiani pregano per qualcosa, come la guarigione, eppure non portano in sé costantemente nessuna promessa che garantisce che Dio risponderà.Dio vi ha promesso molte volte di guarirvi. Ciò di cui avete bisogno è trovare quelle promesse e meditare su di esse fino a quando non si avverano. Nel far questo, potrete combattere i dubbi che si manifestano se la guarigione non si manifesta immediatamente.Capite che se pregate per la guarigione e non conoscete la promessa di Dio di guarirvi, ed i sintomi persistono, inizierete a dubitare che la risposta possa arrivare. Una volta che dubitate, la risposta viene cancellata.Giacomo 1:6-7 dice, “Ma quando chiedi, devi credere e non dubitare, perché colui che dubita è come un’onda del mare, agitata e mossa qua e là dal vento. Tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore”. Dio risponde solo a coloro che pregano e credono, non coloro che pregano dubitandQualcuno potrebbe dire, “Ma se Dio non ci guarisce in risposta alle nostre preghiere, allora forse Dio non vuole che noi stiamo bene. Potrebbe non essere un Suo volere quello di guarirci”.La verità e che, La Parola di Dio è il Suo volere. Se vuoi sapere qual’è il volere di Dio, allora ascolta la Sua Parola. Egli promette sono cose che Egli vuole fare, Poiché Egli ci ha promesso la guarigione, possiamo stare certi che è Suo volere quello di guarirci. Non conoscendo la Sua Parola, ritardi nelle risposte potrebbero indurci a pensare che Dio ci neghi le sue risposte. Ma conoscendo la Parola, i ritardi sono solo un modo per ascoltare la Parola di Dio in fede.
sabato 11 maggio 2013
Mammina cara, mammina bella...
O Madre mia dolcissima, i bambini hanno sempre sulle labbra il nome della mamma e in ogni pericolo subito la chiamano.
O Madre amorosissima, questo tu desideri: che io come un piccolo bambino sempre ti chiami, sempre ricorra a te.
Lascia che continuamente t'invochi e ti dica: Madre mia, Madre mia amabilissima!
Questo nome tutto mi consola, m' intenerisce, mi ricorda d'amarti, mi spinge a confidare in te.
Madre mia: così ti chiamo, così voglio sempre chiamarti, così ti voglio amare.
Rendimi santo, come tu sei santa; rendimi un figlio degno dite.
Mi affido a te, o Maria, mio rifugio e mio amore.
L'unica mia speranza è Gesù tuo Figlio, e, dopo Gesù,
sei tu Vergine Maria.
Amen.
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