
“Madre mia!”. È il riconoscimento della sua missione nei nostri confronti; è la consapevolezza della nostra condizione: siamo suoi figli, a lei donati dal Figlio morente, posti sulle sue braccia e a lei affidati dal Salvatore del mondo.
“Madre mia!”. È l’esclamazione esultante del bimbo che è felice tra le sue braccia, che si sente sicuro accanto al cuore della Madre di tutte le mamme. È la gioiosa meraviglia del credente, consapevole di ciò che lei è per lui e, soprattutto, di ciò che lui è per lei.
“Madre mia!”. È professione di fede nella sua maternità spirituale. È atto d’amore verso una madre così tenera. È consolante certezza del suo accompagnamento efficace e costante.
“Fiducia mia!”. Tu, o Maria, sei il “cuore” e il volto materno di Dio. In te, o Vergine benedetta, io contemplo l’icona della divina tenerezza, la pura trasparenza della santità a cui anelo.
“Fiducia mia!”. Tu sei “l’Onnipotente per grazia” e questo mi riempie di serenità e di pace. Tu conosci i miei bisogni e intervieni, anzi “la tua benignità… liberamente al dimandar precorre” (Dante Alighieri). Tu “brilli davanti al peregrinante popolo di Dio come segno di sicura speranza e di consolazione” (Lumen Gentium), e perciò “cresce lungo il cammino il mio vigore” (Sal 84,8).
“Fiducia mia!”. Tu sei l’aiuto di cui ho bisogno nel mio viaggio tra le tribolazioni e i pericoli. Tu l’avvocata di grazia e il modello di santità. Tu, Madre di misericordia, mi “dischiudi il cammino verso il Regno dei cieli”. E quando le difficoltà della vita rendono incerto il mio passo e mettono a dura prova la mia fiducia e la mia speranza, io - come l’orante della Bibbia – “non cesso di sperare, moltiplicherò le tue lodi” (Sal 71); ripeterò decine, anzi centinaia di volte: “Madre mia, Fiducia mia!”.
† Giuseppe Costanzo
Arcivescovo