lunedì 13 dicembre 2010

La notte santa
"Domani sarà cancellata l'ingiustizia dalla terra"


Il Natale, al quale la Chiesa ci prepara con la liturgia dell'Avvento, non è un giorno di romanticismo sentimentale, ma la festa regale del Dio onnipotente che ha misurato i tempi e finalmente viene a redimere il suo popolo. Benchè all'inizio il Messia si nasconda sotto l'aspetto di un innocuo bambino, Erode lo considera sufficientemente pericoloso per mobilitare il proprio esercito contro di Lui: E' il Cristo forte, al quale è stato dato ogni potere in cielo e in terra, il Redentore, che gli opppressi attendono con desiderio ardente. Per questo la Chiesa, alla vigilia della festa, reca l'incoraggiante annuncio: "Domani sarà cancellata l'ingiustizia dalla terra!"

C'è molta ingiustizia sulla terra. Ingiustizia che facciamo e ingiustizia che subiamo. Ingiustizia come punizione per le proprie manchevolezze e ingiustizia compiuta senza motivo. Ingiustizia causata dai peccati dei nostri padri e ingiustizia inflitta per puro odio alla Chiesa perseguitata. Cristo cancellerà tutte queste ingiustizie dalla terra.

Ciò non significa che noi - come gli ebrei- dobbiamo immaginarci la redenzione come una spedizione punitiva contro sfruttatori e dittatori. E non dobbiamo nemmeno aspettarci dal Signore una riforma sociale che trasformi la terra in un paradiso. Perchè Cristo non è un politio, nè un generale, nè un sindacalista. Egli è il Figlio di Dio che si fa uomo per recare all'uomo la vita divina e che, di conseguenza, ci chiama ad essere perfetti, come è perfetto il Padre Celeste. Soltanto nella misura con la quale corrisponderemo a qusta chiamata, l'ingiustizia scomparirà dalla terra.

Noi siamo personalmente responsabili per il pezzetto di regno di Dio che noi stessi costruiamo. Soltanto se Cristo sarà l'unica norma del nostro agire, se faremo ciò che Egli ha fatto e respingreremo ciò che ha respinto, se il suo amore verso Dio e gli uomini proromperà irresistibilmente da noi, se il Padre riconoscerà di nuovo in noi suo Figlio, se pastori e re, potenti e oppressi piegheranno con gioia le ginocchia perchè hanno scoperto in noi il Redentore, solto allora Cristo rinascerà nel nostro tempo e dentro di noi e potrà esserci pase sulla terra.
Ma se nell'albergo del nostro cuore non ci sarà posto per Cristo, allora l'iniquità dopo Natale sarà grande esattamenente come prima.

(Werenfred Van Straaden)

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