domenica 9 ottobre 2011

PRESENZA DIVINA

Cecità e durezza del cuore umano


Corrono molti fino a luoghi lontani per vedere le reliquie dei Santi e stanno a bocca aperta a sentire le cose straordinarie da loro compiute; ammirano le grandi Chiese; osservano e baciano con venerazione le sacre ossa dei martiri, avvolte in sete e in­tessute d'oro. Mentre qui, accanto a me, sull'altare, ci sei Tu, mio Dio, il Santo dei Santi, il Creatore degli uomini e il Signo­re degli angeli.

Spesso è la curiosità umana che spinge a quelle visite, un de­siderio di cose nuove, non mai viste; ma se ne riporta scarso frutto di miglioramento interiore, specialmente quando il pere­grinare è così superficiale, privo di una vera contrizione.

Mentre qui, nel Sacramento dell'altare, sei veramente pre­sente Tu, mio Dio, "Uomo Cristo Gesù" (1 Tm 2,5); qui si ri­ceve frutto abbondante di salvezza eterna ogni volta che ti si accoglie degnamente e con devozione. Non è la smania curiosa di vedere con i propri occhi che ci porta a questo Sacramento, ma una fede sicura, una pia speranza, un sincero amore.

O Dio, invisibile Creatore del mondo, come è mirabile quel­lo che Tu fai con noi; come è soave e misericordioso quello che concedi ai tuoi eletti, ai quali offri Te stesso, come cibo, nell'Eucaristia! Dono che oltrepassa ogni nostra comprensione, trascina in modo del tutto particolare il cuore delle persone de­vote e infiamma il loro amore.

Rammarichiamoci altamente e lamentiamo la nostra tiepi­dezza e negligenza, poiché non siamo attirati da un ardore più grande a ricevere Cristo, nel quale sta tutta la speranza e il me­rito della salvezza.

È Lui, infatti, " la nostra santificazione e la nostra redenzio­ne" (1 Cor 1,30); è Lui il conforto di noi che siamo in cammi­no; è Lui l'eterna gioia dei Santi. Rammarichiamoci perciò altamente che tanti cristiani si rendano così poco conto di questo mistero di salvezza, letizia del Cielo e fondamento di tutto il mondo.

Cecità e durezza di cuore umano, non curarsi maggiormente di un dono così grande, o, godendone tutti i giorni, finire spes­so col non farci più caso!

Se la santissima Eucaristia si celebrasse soltanto in un certo luogo e da un solo sacerdote in tutto il mondo, pensa da quale desiderio sarebbero tutti presi di andare a quel luogo, a quel sa­cerdote, per vedere celebrare una Santa Messa! I sacerdoti in­vece sono moltissimi e Cristo viene immolato in molti luoghi; così, quanto più è diffusa nel mondo la sacra Comunione tanto più è manifesta la grazia e la bontà di Dio verso l'uomo.

Grazie, o Gesù buono, Pastore eterno, che con il tuo Corpo prezioso e con il tuo Sangue Ti sei degnato di ristorare noi po­veri ed esulti, invitandoci a riceverti con queste parole, uscite dalla tua stessa bocca: "Venite a me voi tutti che siete affatica­ti ed oppressi ed io vi ristorerò" (Mt 11,28).

Dal libro, L'imitazione di Cristo.

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